La Murer Promptus: una fotocamera degli anni ’30

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Un gioiellino per fotoamatori di inizio secolo, il XX

Gli eredi di Alessandro Duroni, un famoso pioniere della fotografia dell’800, iniziarono a Milano la produzione di macchine fotografiche professionali nel 1886. Qualche anno più tardi, nel 1892, con l’arrivo del socio Teodore Murer incrementarono l’attività, diventando la più importante fabbrica italiana dell’epoca con il marchio Murer & Duroni.

La macchina fotografica Promptus della Murer.

La macchina fotografica Promptus.

Negli anni seguenti rimase solo il nome “Murer”, le macchine prodotte erano di alta qualità, in Svezia venivano commercializzate dalla Hasselblad.

Gli obiettivi utilizzati erano di produzione italiana ma alcuni modelli venivano equipaggiati con obiettivi Voightländer e Zeiss.

Negli ultimi anni di attività la Murer produsse in casa gli obiettivi, gli Aplanat e gli Anastigmat.

La ditta cessò l’attività nel 1934.

 La Promptus

L’altisonante nome latino evocava le caratteristiche della macchina. L’aggettivo ha il significato di “pronto“, “agevole“, “comodo” ma anche di “risoluto“.

Una macchina con una alta definizione (risoluzione) di immagine, comoda e pronta all’uso.

Non ho trovato nessuna informazione su Internet riguardo questo modello e quello che vi dirò è tutto quello che ho potuto desumere dalla osservazione “dal vivo” della macchina.

Il periodo di produzione dovrebbe risalire ai primi anni ’30 del secolo scorso.

Il corpo macchina

Essendo una macchina a soffietto, quando è chiusa si presenta come un parallelepipedo di 17,5x12x5 centimetri, con una maniglia in pelle per il trasporto.

La struttura è in metallo, con l’esterno rifinito in pelle di colore nero.

Un pulsante nascosto, vicino la maniglia, permette di aprire lo sportello per estrarre il carrello porta-obiettivo, collegato con un soffietto al dorso della macchina.

Una volta portato a fine corsa il carrello, la macchina è pronta per funzionare.

Su due dei lati più stretti sono presenti le madreviti per il montaggio su cavalletto, sia in posizione verticale che orizzontale. La presenza di due madreviti ci fa capire che non esistevano, al tempo, cavalletti con teste orientabili come gli attuali.

L’obiettivo

La Promptus è equipaggiata con un obiettivo Murer Aplanat con focale di 150mm.

Il nome dell’obiettivo ci indica che si tratta di un obiettivo “aplanatico” cioè formato da un sistema di lenti in cui è corretta l’aberrazione sferica.

L'obiettivo Aplanat della Pro

L’obiettivo Aplanat della Promptus.

Questo ci suggerisce che la macchina era destinata ad una utenza di fotoamatori evoluti.

Il diaframma

Il diaframma è ad “iride”, cioè a lamelle, con una scala che va da f/8 a f/44 ma la cui corsa supera tali valori, raggiungendo una apertura più ampia di f/8 e inferiore a f/44, arrivando, alla chiusura massima praticamente fino al “foro stenopeico“. Permettendo quindi una profondità di campo elevatissima.

L’apertura più grande di f/8 è utile per far passare più luce, nel caso si scelga di inquadrare la scena sul vetro smerigliato. Molto probabilmente l’apertura maggiore di f/8 non garantisce la perfetta aplanarità dell’obiettivo in quanto coinvolge anche la parte più periferica delle lenti.

Nella parte bassa dell’obiettivo, un indice mobile permette di regolare l’apertura.

L’otturatore

Formato da due lamelle a forma di falce di Luna, permette velocità di 1/25, 1/50 ed 1/100 di secondo e prevede anche la posa B (Bulb) e la posa T (Time). Ruotando la ghiera circolare sopra l’obiettivo, si sceglie il tempo di posa.

In posizione “B”, premendo la leva di scatto, l’otturatore rimane aperto fino a che non si rilascia la leva. In posizione “T” invece, premendo la leva di scatto, l’otturatore rimane aperto e si richiude soltanto premendo di nuovo la leva.

Quest’ultima posizione permette di effettuare l’inquadratura e la messa a fuoco, sul vetro smerigliato posizionato sul dorso.

Per finire la disamina sull’otturatore, diciamo anche che, vicino alla levetta per scattare, è presente un foro filettato dove poter inserire un flessibile per lo scatto, utile per non trasmettere movimenti alla macchina al momento dello scatto.

Il mirino

Come la maggior parte delle macchine di quell’epoca, la Promptus è equipaggiata con un mirino composto da due lenti, una anteriore ed una superiore, con in mezzo uno specchietto a 45°.

Permette di inquadrare la scena osservandolo da circa 35cm. L’immagine è diritta verticalmente e ribaltata orizzontalmente, richiedendo una certa dimestichezza nei movimenti per inquadrare.

Vista della inquadratura del mirino.

Quello che vediamo inquadrando un albero con il mirino della Promptus.

Il mirino è montato su un perno che ne permette la rotazione di 90°, per le inquadrature sia orizzontali (landscape) che verticali (portrait).

Solidale al mirino è presente una bolla sferica per controllare la perfetta verticalità dell’inquadratura.

Decentramento verticale

Un altro elemento che conferma la destinazione ad una utenza evoluta è la presenza del meccanismo per il decentramento verticale dell’obiettivo.

Normalmente, l’asse dell’obiettivo passa per il centro del negativo. In questa macchina è presente un meccanismo che fa scorrere verso l’alto l’obiettivo, permettendo di spostare l’inquadratura senza variare l’angolazione della macchina, mantenendo inalterata la prospettiva di osservazione.

Ruotando la rotellina cromata sul fianco della forcella che sostiene l’obiettivo, si può sollevare l’obiettivo stesso fino a portare il suo asse sul margine alto della lastra.

Nel video che trovi in fondo all’articolo è ben descritta questa funzione.

Il carrello di prolunga per la macrofotografia

Questa Promptus è piena di sorprese.

Una rotellina posta sullo sportello che fa da base al carrello muove un binario telescopico. Agendo sulla rotellina, la forcella che sostiene l’obiettivo, avanza, prolungando di quasi il doppio la lunghezza focale. Nello stesso modo che fanno gli anelli di prolunga sulle moderne fotocamere.

La Promptus era quindi adatta a foto di soggetti molto ravvicinati, questo, unito alle generose dimensioni dei negativi, permetteva fotografie estremamente dettagliate di piccoli oggetti.

Questa particolare funzione, non usuale nelle macchine portatili dell’epoca, la faceva diventare una comoda macchina da studio.

Il dorso estraibile

Sul retro della macchina è presente un dorso estraibile, montato su due scanalature che potevano ospitare sia il dorso stesso che gli chassis porta-lastra.

Il dorso è costituito da una cornice in legno che sorregge un vetro smerigliato, coperto da lembi pieghevoli che lo proteggono. Quando si deve inquadrare la foto, si aprono i lembi che, una volta aperti, coprono dalla luce diretta il vetro smerigliato, migliorando la visibilità dell’immagine.

L'immagine capovolta sul vetro smerigliato.

L’inquadratura, capovolta, di un paesaggio inquadrato con il vetro smerigliato.

Il vetro smerigliato è posizionato esattamente dove si troverebbe poi la lastra sensibile una volta inserito lo chassis. Questo permette la perfetta inquadratura e messa a fuoco dell’immagine da fotografare. L’immagine, ovviamente, è capovolta.

Con l’obiettivo aperto in posizione “T”, sul vetro smerigliato possiamo vedere esattamente quello che verrà impresso sulla lastra.

Una volta sistemata l’inquadratura e la focheggiatura, si sostituisce il vetro smerigliato con lo chassis caricato con la lastra e si scatta la foto.

Il filmato su YouTube.

Se vuoi approfondire la conoscenza della Promptus, ti suggerisco di guardare questo filmato dove vengono descritti tutti i dettagli e le caratteristiche di questa semplice ma particolare macchina fotografica degli anni ’30.


Se sei un appassionato di macchine fotografiche, sono certo che questo articolo ha acceso la tua curiosità.

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Un saluto e, ci vediamo con le prossime macchine d’epoca della nostra collezione!

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