Regolo per l’esposizione: una interessante curiosità.

Indice dell'articolo

Un semplice regolo in alluminio per calcolare diaframma e tempo d’esposizione.

Fra i tanti oggetti presenti nella nostra piccola collezione, ho trovato questo disco calcolatore dell’Agfa che consente di conoscere i due parametri di f: (diaframma) e tempo di esposizione, in luce naturale e artificiale, partendo dalla sensibilità della pellicola utilizzata.

Dovrebbe risalire agli anni ’40, forse anche prima. Tempo in cui si utilizzavano ancora i lampeggiatori al Magnesio, il regolo permette infatti di calcolare anche la quantità di polvere di Magnesio necessaria alla situazione di scatto.

Prevedeva, inoltre, il calcolo dei parametri per le più moderne (allora) lampade Vacublitz di tipo “usa e getta” e le Nitraphot ad illuminazione continua.

Come è fatto

Si tratta di un disco di 8,4cm di diametro, composto dalla sovrapposizione di due dischi in alluminio che possono ruotare, incernierati al centro.

La parte fissa riporta le tabelle base di calcolo, i riferimenti di impostazione e l’apertura del diaframma.

La parte mobile riporta invece i tempi di posa e le sensibilità (velocità) del supporto fotografico (lastra o pellicola).

Sul retro sono stampate le istruzioni, che riporto più avanti nell’articolo.

Come funziona

Mi ci è voluto un po’ per capire il funzionamento che, una volta assimilato, è facile ed immediato.

Nel filmato, alla fine dell’articolo, si rivelerà nella sua semplicità.

Il regolo calcolatore dell'Agfa.

La posizione di partenza per i calcoli.

Si definisce, per prima, la sensibilità della pellicola. In una finestrella si posiziona il valore, che va da 3 a 24 DIN. Questi valori ci dicono che siamo in un periodo storico in cui la tecnologia delle emulsioni era ancora limitata.

6 DIN corrispondono a 3 ASA/ISO e 24 DIN corrispondono a 200 ASA/ISO. Il limite di sensibilità più alta era ben lontano dagli attuali valori, sia delle pellicole che, soprattutto, dei sensori CCD o CMOS più recenti.

Una volta posizionato il disco mobile sul valore della sensibilità del supporto fotografico utilizzato, ad esempio 21 DIN, si fa quello che sul disco è indicato come il passaggio “1. Ora del giorno”. Si legge nella tabella la lettera corrispondente al mese dell’anno ed all’ora del giorno.

Ad esempio: siamo ad Agosto e sono le 3 del pomeriggio, la tabella riporta la lettera B.

Mettiamo il dito in corrispondenza della lettera B sul lato destro del disco fisso e lo ruotiamo fino al punto di arresto.

Passiamo al “2. Soggetto”. Leggiamo sul disco fisso in quale ambiente ci troviamo: Stanza chiara? Oppure Paesaggio con sfondo? Bene, mettiamo il dito sul dente dell’ambiente corrispondente e ruotiamo il disco mobile fino all’arresto.

Avendo impostato una sensibilità di 21 DIN, la lettera B ci ha fatto ruotare il disco di un po’, poi la scelta dell’ambiente su Paesaggio con sfondo ci ha fatto ruotare ancora il disco.

Non è finita qui. Con il passo “3. Tempo” (dove si intende il tempo atmosferico) mettiamo il dito sul dente corrispondente alla illuminazione del momento, il regolo prevede “Sole”, “Coperto”, “Offuscato” e “Molto offuscato”. Nel caso di “Sole” non dobbiamo spostar nulla.

Il regolo Agfa al termine del calcolo.

Come appare il regolo Agfa al temine dei calcoli del nostro esempio.

Finalmente il gioco è fatto: sulla scala in basso leggiamo i valori da impostare sulla macchina fotografica.

Nel nostro caso avremo f:4 per 1/1000 di secondo oppure f:11 per 1/100 o ancora f:22 per 1/25.

Vi invito a notare che sulla scala delle aperture sono indicati anche i “mezzi” stop, ad esempio “9” fra “8” e “11”. Questo dettaglio fa riflettere sulla accuratezza del diaframma che avevano, almeno alcuni, dei modelli di fotocamere utilizzate al tempo, e sul fatto che questo strumento fosse destinato anche ad una utenza esigente.

La luce artificiale

Questo piccolo accessorio, permetteva di calcolare anche le modalità di esposizione nel caso si fosse usato un lampeggiatore.

In quegli anni si potevano utilizzare flash di tipologie molto diverse. Si usavano ancora i lampeggiatori a polvere di Magnesio, quelli che facevano il lampo e la fumata bianca.

Ma erano già in uso lampadine più “moderne”, le Vacublitz, con un lunghissimo filamento coperto di Magnesio o foglietti di alluminio che si “bruciavano” allo scatto e le Nitraphot, lampade a filamento breve che offrivano una illuminazione continua ed avevano una vita ben più lunga.

La pubblicità della Nitraphot della Osram.

La pubblicità della Nitraphot della Osram.

Il regolo della Agfa consentiva di calcolare i parametri di scatto, sia riguardo la quantità di polvere di Magnesio da utilizzare oppure, i tempi e le aperture per scene illuminate con le lampade Vacublitz o con le lampade Nitraphot.

In questo caso i riferimenti di partenza del calcolo sono: la sensibilità della pellicola (ovviamente) e la distanza di scatto. Nel filmato descrivo anche questo calcolo, dove scopriremo l’ingegno progettuale del regolo.

Le istruzioni sul retro

Il nostro regolo riporta le istruzioni per l’uso, sul retro dello strumento. Interessante questa soluzione, non un foglietto che si sarebbe potuto perdere ma, le istruzioni erano lì, sempre a portata di mano.

Nella foto seguente vediamo come il tempo ha parzialmente cancellato il testo, che sono comunque riuscito a leggere e che riporto integralmente dopo la foto.

Le istruzioni per l'uso del regolo Agfa.

Vediamo, un po’ cancellate, le istruzioni per il corretto utilizzo del regolo.

Il testo dice cosi:

ISTRUZIONI

Luce diurna
Far comparire nella finestra dei gradi DIN la cifra della sensibilità del materiale usato, p. e. 18/10° DIN.
Trovare poi le lettere corrispondenti all’ora, al soggetto ed al tempo e girare ogni volta il disco dentato dalla lettera trovata fino all’arresto.

Es. OPA: Ottobre ore 9 del mattino C. Soggetto: paesaggio aperto C. Tempo coperto B. La tabella da per f:8 = 1/25 sec.

Pellicola Agfacolor:
Emulsione per luce diurna: Regolare il disco su 15/10° DIN-

Luce artificiale. Polvere luce lampo Agfa:

Messa nella finestrina la cifra della sensibilità del materiale usato p.e. 18/10° DIN si scelga la distanza p.e. 4 m. alla quale corrisponde la lettera K, si porti questo dente del disco all’arresto e si legga vicino ad ogni diaframma la quantità di polvere in gr. Nel caso sopra f:8 = ½ gr. f : 16 = 2 gr.
Polvere luce lampo Halox: Regolare come sopra, e poi girare ancora il disco da C all’arresto. Es. distanza 4 m. = f: 5,6 = 1 gr., f: 11 = 4 gr.
Capsula luce lampo contenuto 0= 0,8 gr. I=1,5 gr., II=3 gr.
Sacchetti luce lampo Halox contenuto A 1,5 gr. B 3 gr.
Lampada Nitraphot: Regolare come al primo paragrafo e poi girare ancora il disco con una lampada da 500 Watt da D, con una lampada da 200-250 Watt da E fino all’arresto. Per es. lampada Nitraphot 500 Watt, distanza 4 m=f:8=4 sec.
Regolare la Vacublitz come la lampada Nitraphot, leggere il diaframma
per Vacublitz piccola presso *
per Vacublitz grande presso **

Considerazioni

Non so dire se, allora, questo regolo venisse venduto o dato in omaggio a chi acquistava pellicole o lastre Agfa. In ogni caso era certamente utile a chi faceva fotografia sia per passione che per professione.

Poco utile nel caso di fotografie dinamiche, di soggetti in movimento ma, certamente efficace in tutte quelle situazioni di fotografie di paesaggi, di gruppi, di singoli soggetti all’aperto ed anche al chiuso: mi colpiscono le diciture “Stanza chiara” oppure “Studio veranda“.

Mi fanno pensare a quelle foto in bianco e nero dove sono ritratte: una famiglia, un pittore al lavoro, una moglie fra i fiori in una serra.

Trovo avvincente il fatto che, tenere fra le mani questo oggetto -pensando a chi e come lo ha utilizzato in passato- riporta ad un epoca in cui la fotografia era vissuta come un momento di riflessione, a quella sensazione di fermare il tempo con una immagine, messa poi in una cornice o portata con se in un portafoglio.

Oggi scattiamo foto con lo smartphone o con la digitale equipaggiata magari con una memory card da 1 Terabyte; centinaia, migliaia di foto.

Allora, una lastra era una, un rullino formato 120 o l’altro 220, i più diffusi a quel tempo, permettevano 6, 12, al massimo 24 foto. Ogni scatto assumeva una grande importanza, richiedeva una meticolosità profonda, attenta.

A questo mi fa pensare il piccolo disco di alluminio che ho fra le mani, alle tante dita che lo hanno fatto funzionare, che lo hanno fatto scorrere alla ricerca della foto perfetta, senza errori, perché era una, e solo quella.

Il filmato su YouTube

Vuoi vedere come si utilizzava il regolo dell’Agfa? Bene, nel breve filmato seguente descrivo tutti i passaggi che un nostro nonno, appassionato di foto, avrebbe fatto quasi cento anni fa.


Questo strano oggetto del passato ti ha incuriosito?

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